Il Sogno, quello giusto, pulito, vero, è la base della mia vita. Sognare per me significa avere ambizioni. Sognare vuol dire poter contare su una mente che corre al di là dei confini, essere pronti a mettersi in gioco sempre.
Anche con la fantasia e l’immaginazione.
E’ proprio nei periodi di maggior difficoltà che il sogno diventa indispensabile: tiene a galla, offre una speranza, fa pensare al domani scavalcando i problemi del momento.
Io sogno da quando ero bambina: questo modo di affrontare la vita, piccole quotidianità comprese, mi ha offerto una chiave di lettura diversa.
Non è vero che sognare è, inconsciamente, far accadere nel sonno quel che vorremmo nella realtà. Il mio sogno è un mondo fantastico, con prospettive diverse da quelle che la normalità ci propone. Guardo, immagino, fantastico, mi immedesimo, dimentico i preconcetti... poi abbasso le palpebre e quel sogno diventa guida per le mani che si divertono sulle tavole.
Ho scelto come base il legno non lavorato, pezzi di tronco raccolti nel bosco, per un’immersione totale nel “mio” mondo, che è un cammino ultradecennale tra laghi e montagne, colline e distese di sabbia interrotte solo dai fari indispensabili ai marinai per navigare. Bretagna, Alpi, Dolomiti, grandi laghi e grandi mari, scorci di città, vecchietti carichi di ricordi, di tradizioni e di memoria storica: ogni situazione è uno spunto per vedere con inquadrature nuove quello che mi circonda.
E’ capitato così anche per l’Ossola. Domodossola è una citta ricca di fascino che ho incontrato per caso e che mi ha trasmesso subito quella sensazione che solo i posti magici sanno dare.
Era una visita di piacere, una passeggiata di poche ore senza meta alla scoperta di un posto nuovo.
Invece è iniziato un lungo cammino, con tanti ritorni.
Nel tempo Domodossola l’ho conosciuta nel suo intimo grazie ad amici che la amano davvero, che quando ne parlano hanno la luce negli occhi.
Così è nata l’idea di questa mostra, non a caso intitolata “Magiche visioni di una Stria di passaggio”.
Quella strega sarei io, ma senza pozioni e senza cattiveria.
L’unico “trucco” è un cuore sensibile e una testa fra le nuvole.
Grazie a chi deciderà di passare qualche istante davanti ai miei sogni ossolani.